A distanza di quasi un mese dal Campo Fiori Ultra Trail pensando alle 13 ore e mezza di corsa, mi viene in mente subito l’ arrivo al ristoro di Brinzio, non particolarmente abbondante e vario, ma arrivo lì stanco, quasi esausto e con un mal di testa che non è particolarmente forte, ma che mi infatidisce da molto tempo. Sono le 17 circa, sul sagrato della chiesa vicino al ristoro ci sono 4 o 5 runners che si sono ritirati qualcuno sento che è della 45, lì ho un sussulto io ne ho già fatti 50, mi manca "solo" l’ ultima salita e poi giù fino al traguardo. Vado dal medico che presidia il ristoro e mi da una pastiglia per il mal di testa. Mangio, bevo, ma non mi siedo. Ripenso alla partenza alla sei del mattino, l’ inizio della corsa alla luce delle lampade frontali, il pezzo cattivissimo della vecchia funicolare, i boschi e le vette che abbiamo fatto, fatte insieme a due simpatici ragazzi amici di amici, gente tosta con esperienza di questo tipo di corse. Peccato che poi li ho persi, così in un attimo, verso il km 40 prima di una ripida discesa e poi 10 km di buoi, dove arranco con fatica in salita e in discesa non riesco ad andare forte, non corre neppure in piano, le gambe si rifiutano di andare e la testa è altrove. Dopo il ristoro di Brinzio però qualcosa cambia, mi sento vicino al traguardo e parto veloce per l’ ultima salita, non penso a finirla in fretta me la godo, mi guardo in giro, in effetti sono posti molto belli, la temperatura è buona anche se io un pò ho freddo e poi mi viene caldo. Mi sento vicino alla vetta, anche se non conosco per nulla i posti, la vetta è lì, ma non alzo la testa, guardo per terra, passo dopo passo. Arrivo su, poi si sale ancora, ne ho, ho ancora forze, arrivo al penultimo ristoro, mangio bevo e riparto subito, dopo ancora qualche metro di salita, che mi sembra interminabile, si inizia a scendere, faccio fatica a stare in piedi, nel bosco ormai è quasi buoi, e io ho le pile scariche della lampada frontale, finalmente il sentiero si fa più corribile, con meno sassi e radici e corro, non forte ovvio, ma corro, ecco gli ultimi ricordi è che corro, le gambe vanno e la testa è concentrata, vedo il traguardo, piango perchè ce l’ho fatta anche se prima di me ne sono arrivati 96 sono arrivato felice, ho vissuto un’ esperienza stupenda, difficile da descrivere, ma mela porto nel cuore ( e nella testa )
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